Sono giorni in cui mi sento una bella principessa. Attorniata da bei vestiti, bei accessori, bel trucco e bel parruco. E' una sensazione strana. Mai mi era capitato prima.
Succede una volta nella vita di prendere un vestito così, allora strascico sia. Come una nuvola, come una cascata di petali.
Sono una che è sempre rimasta in disparte. Non ho mai avuto una bellezza scintillante.
Mi sono sempre sentita brutta. Almeno per tutta la mia adolescenza. Ero letteralmente tempesta di inestetismi adolescenziali: tutta ciccia e brufoli. Ho tentato tutti i possibili rimedi, senza successo. Arrivando a volte anche a peggiorare la situazione (ragazze attenzione ai peeling all'acido glicolico, vi potrebbe trasformare in un mostro!). Mangiavo aggiungendo sempre qualcosa ad ogni pietanza (ho provato anche le bistecche farcite da un triplo strato di sottilette). E i risultati si sono visti. Eccome.
Arricchivo il mio mondo interiore. Convinta che quello che i ragazzi vogliono è una ragazza intelligente. Ho letto affondando il mio naso tra i libri. Tutte le bibliotecarie, le libraie della mia città mi riconoscevano: ecco la Giulia, come legge signora, dovrebbe essere contenta! Dicevano a mia madre. Vivevo le mie storie d'amore sui libri. Amori sempre complicati, travagliati. Che poi interpretavo e vivevo nella mia testa.
Poi si esce dalla "teen generation" ed è una liberazione. Si capisce che lo specchio può essere messo in camera e ci si può guardare senza trattenere il respiro. Si capisce che si hanno difetti che vanno accettati, sui quali si può solo lavorare ma non cancellare. Si capisce che si hanno anche dei pregi, inspiegabilmente. E che la femminilità c'è, negli occhi, nelle labbra di una donna.
Non sono mai stata una principessa. Perché immaginavo che il principe baciasse sempre Cenerentola e io mi sentivo il Brutto Anatroccolo.
Ho desiderato la favola. Ho costruito dentro di me un sogno. In cui ero la principessa con l'abito lungo e lo strascico. E ad aspettarmi al grande ballo c'era un principe con un mazzo di fiori rossi per me.
Forse, anche io posso essere bella. Forse.
Rebecca è oggettivamente brutta. E' nata brutta. Non è amata perché è brutta. Soprattutto da sua madre che l'ha tenuta in grembo nove mesi desiderando una figlia. E' nato un mostro per lei, da tenere sempre a distanza.
Rebecca è cosciente di essere brutta. Lo è basta. Ma cerca amore come tutti. Come tutti i bambini vorrebbe avere carezze dalla madre, che la respinge invece di avvicinarla. Perché Rebecca è una macchia, una colpa. E vive la sua vita in punta di piedi.
Finalista al Premio Strega 2011.
Buona lettura lettori,
Giulia
Mariapia Veladiano,
La vita accanto,
Torino,
Einaudi,
2011
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