Guardo e vedo due occhi. Occhi stanchi, occhi che hanno voglia ancora di avventura, occhi segnati dalla malattia, occhi di uomini e donne.
Guardo e vedo due mani. Mani rugose nonostante le creme idratanti. Mani che hanno fatto, stretto, accarezzato, già vissuto.
Ascolto e sento voci roche, voci squillanti, voci assorte, voci stanche. Voci che hanno da raccontare, che hanno bisogno di parlare e di essere ancora ascoltate.
Sono uomini e donne, giovani un tempo. Anziani ora. E mi perdo nelle loro storie, che amano, a quanto pare, essere ascoltate e viste da me.
C'è una donna che è sempre a zonzo per il mondo, che prende treni anche quando c'è brutto tempo. E che fa preoccupare sua figlia per la sua voglia di visitare le amiche.
C'è un uomo che ha perso un figlio e che mostra la sua immagine a tutti quelli con cui parla. È sordo e con il bastone ma guarda ancora le ragazze e ti fa sentire bella con un compliemento.
C'è una donna che, con la schiena curva, viene ogni settimana a prendere le medicine per sentirsi viva: i libri. Che poi legge tutta la notte perché soffre di insonnia.
C'è una donna che ha vissuto tutta la vita in campagna con la pelle e le mani cotte dal sole. Ha la forza di un uragano, instancabile ottantacinquenne.
C'è un uomo stanco, che ha progettato case per gli altri per una vita. Che quando ti guarda negli occhi si vedono tutti i suoi progetti, due occhi azzurri, affascinanti.
C'è una donna con gli occhi azzurri e due labbra sottili. Avara di complimenti, avara di abbracci e di gentilezze. Una donna autorevole. Una donna che ha sempre tenuto insieme la sua famiglia, nonostante tutto. Una donna che con il passare degli anni ha cominciato a vantare le sue nipoti con i vicini di casa. Una donna che ha le sue particolari abitudini alimentari, che ascolta la televisione a tutto volume, una donna che ha deciso, da qualche anno, di svernare al mare.
Una donna che è una nonna. Una nonna che non è tutta cucina e teleromanzi ma è una nonna che sa dare buoni consigli, amorevoli parole.
La mia è ancora una nonna sprint. Conosco tante nonne. Che necessitano di cure costanti, che si chiudono in una tristezza egoistica in cui il mondo fuori, quello felice, diventa una colpa. In cui ci sono figli che costruiscono la propria vita sulle necessità della propria mamma o del proprio papà. Che vanno a svegliarli, lavarli, metterli a letto. Questo libro è una storia, una testimonianza.
Buona lettura lettori,
Giulia
Sophie Fontanell,
Avrò cura di te,
Milano,
Mondadori,
2011.
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