martedì 31 gennaio 2012

A casa

La mia famiglia è ingombrante, rumorosa e chiassosa. 
Parla al telefono, spesso. Parla a tavola a voce alta. Non da scampo. Mai. 
Ma è la cosa più preziosa che ho. 

Non sempre ho desiderato farne parte. A volte, durante i pranzi della domenica, mi sentivo come in gabbia. Perché si parlava di noi, della settimana. Del capo che faceva i suoi interessi, della maestra che non capiva le esigenze. Perché si litigava e a volte la tensione si tagliava con il coltello. Perché si rideva in modo sguaiato di un errore. 
Una famiglia numerosa la mia. Sempre in dieci attorno a un tavolo. Sempre in abbondanza. Pentole di spaghetti alla carbonara, e arrosti con le patate. Sempre in ritardo, a mangiare alle due. 
Mancanza di privacy assoluta. Veniva compiuta un'attenta indagine su quello che era il ragazzo che ti piaceva, sulla amica del momento, sul sabato sera. 
E non sempre si aveva voglia di rispondere perché magari erano cose personali. Non era ammesso il segreto tra di noi.  
Una famiglia di donne la mia. Una nonna, due figlie, quattro nipoti femmine. I problemi erano sempre gli stessi. Problemi da donne. Pettegolezzi, ripicche, litigi, amore.  
Una famiglia che si protegge la mia. Che lotta contro tutti per mantenere la sopravvivenza. Non deve essere attaccata. Altrimenti si prevedono pene severe.

Invidiavo le mie amiche, le loro silenziose cene. I loro ritrovi con pochi membri della famiglia. Mantenevano i loro segreti, loro. La loro mamma (nonna, zia, sorella, cugine) non sapeva che la sera prima avevi baciato il ragazzo dei tuoi sogni. Non sapeva quale era il tuo fidanzato. Non sapeva che avevi preso un brutto voto a scuola. 

Io sì, sempre al centro del ciclone. 
L'ho odiata, come ora la amo. 
Si sente un profumo solo nostro in casa della nonna. Si sente un calore meraviglioso quando si entra in casa della mamma. Si sentono voci amiche in casa della zia. Torno a casa, quando vado lì. 

Ora ho anche io ho una casa. E ho una mini famiglia. Chiassosa, rumorosa, insopportabile come quella da cui provengo. Ma è ciò che difenderei a spada tratta, in qualunque occasione. 

Penso che abbia pensato così anche il protagonista del libro di oggi. Difendere i componenti del proprio branco a costo di soffocare gli altri. L'importanza è data alla sopravvivenza della propria specie a costo di andare contro a tutti i valori morali, etici dei benpensanti. Due ragazzi hanno compiuto un atto ignobile. Cosa possono fare i genitori?

"Tutte le famiglie felici si somigliano, ciascuna famiglia infelice è infelice a modo suo" Tolstoj. 

Buona lettura lettori, 
Giulia

Herman Koch, 
La cena, 
Vicenza, 
Neri Pozza, 
2010.

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