sabato 11 febbraio 2012

Di viaggi temporali

Ovvero vivere del passato e del futuro.

Gli amori della mia adolescenza sono stati struggenti. Per lo più vissuti esclusivamente nella mia testa. Non riuscivo ad accontentarmi di qualcosa di facile ma ricercavo sempre la difficoltà. Ero affascinata dalla conquista, dalla ricerca dell'emozione forte, incredibile. Vivevo di ricordi. Di una serata, di una telefonata, di un profumo. E su quel minimo dettaglio potevo andare avanti per mesi e mesi ricordando e struggendomi del tempo passato. Progettavo un futuro. Per conto mio. Senza rendere partecipe l'altra parte in causa, pensavo ad una vita assieme.

Erano amori travolgenti per il mio cuore. Le mie emozioni viaggiavano veloci come turbini, tra le mura della mia casa.

Costruivo un'identità altra alle persone coivolte. Diventavano idoli greci, dipingevo muscoli là dove non c'erano, inventavo meravigliosi pensieri che per la metà erano frutto di mie personali rivisitazioni. Leggevo tra le righe di discorsi chiari e lampanti.

Poi mi scontravo con la realtà. E tutta quella meraviglia di corpi e di personalità svaniva. Lasciandomi sola. Distrutta nel riconoscere che il ricordo era misero, il futuro incerto. Ed è stata dura ritrovarsi con una quotidianità insopportabile. Fatta di troppi difetti e ben pochi pregi. E mi ero convinta che l'amore è bello quando c'era. Quando era solo un ricordo dolce amaro, quando il futuro era fantasticato.

E ho cominciato ad usare gli altri. Vivendo in un perenne presente. Non cedendo mai a vaghi ricordi di tempi passati, credendo solo a quello che potevo verificare con la razionalità. Perchè era stato troppo duro far guarire la scottatura sulla mia pelle lentigginosa.

Poi ho incontrato Lui e ha dovuto subire tutte le pene di un cuore come il mio, duro come pietra. Non era concesso niente, niente di più di quello che era, lì davanti ai miei e ai suoi occhi. Pian piano mi ha levigato con la pazienza di un buon restauratore e i giorni sono diventati mesi e i mesi anni. E sono arrivati i ricordi ora verosimili e i progetti reali. E ora credo che l'amore sia bello quando c'è. Anche se spesso lo dimentichiamo, anche se lo sommergiamo di banali litigi, anche se lo copriamo di insulti, di ripicche e di chiamate minacciose. Perché vivere con un uomo significa guardarlo nei suoi minimi difetti, nei panni sporchi, nelle briciole sotto la sedia, nelle scarpe sempre vicine alla porta. Ma significa anche avere il bacio del buongiorno, avere una carezza quando si ha la febbre, un abbraccio davanti alla televisione.

Pensavo di non essere capace di sopportare la quotidianità. Pensavo facesse per me solo il rimpianto e il rimorso accorato. Ma mi devo ricredere. Assolutamente.

Amanda non ha avuto la mia stessa fortuna. Amanda ripensa a un suo ex a dodici anni di distanza. Lo risente, si riparlano, via mail come i giovani. È un libro sull'approccio all'amore piuttosto che una storia d'amore.

Buona lettura lettori,
Giulia

Chiara Gamberale,
L'amore quando c'era,
Milano,
Mondadori,
2012

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