venerdì 20 gennaio 2012

Di lievitazioni e dell'arte dell'aspettare

Non sono portata per l'attesa, lo ammetto. Desidero tutto subito, rimpiangendo subito dopo di non aver aspettato. 
Come i regali di Natale, come si fa a non aprirli prima del tempo corretto? Come una chiamata attesa, come si fa a non controllare mille volte il telefono? Come una data importante, come si fa a non immaginarsi già in quella giornata?
Insomma non sono una portata per le lunghe attese. Sono una che prende le decisioni immediate, o bianco o nero, subito. Non ho mai creduto nella famosa Pausa di Riflessione ciò che vogliamo lo sappiamo già, in fondo al cuore. Tutto è fra le nostre dita, già pronto. Salvo poi pentirsi immediatamente di quello che è stato fatto. Ma fino ad ora la fortuna mi ha strizzato l'occhio, e sono caduta quasi sempre in piedi!


Quindi perché un post sull'attesa? A causa di una pagnotta che sta lievitando nel forno. E scrivere è un modo come un'altro per non continuare a sbirciare se gli agenti lievitanti stanno facendo il loro dovere. 
Che io sia un'ottima cuoca è cosa risaputa. Ma con il pane non mi sono ancora cimentata. (Meglio sorvolare su mio tentativo di pane indiano che Lorenzo ha finto, in modo poco verosimile, di apprezzare!) 
Ingredienti disposti sul tavolo, impasto vigorosamente impastato. E ora ai posteri l'ardua sentenza.


Siccome però siamo in un blog di libri, fondamentale è il consiglio del libro del giorno. Ed è un libro sull'attesa...attesa dell'amore, attesa di un'opera da compiere, attesa di una vendetta. Loro aspettano qualcosa che verrà su un molo, in una locanda. 
E c'è un uomo che aspetta di trovare il modo per dipingere il mare con l'acqua di mare, e c'è una ragazza che aspetta di non avere più paura del mondo, e c'è un uomo che tutte le sere scrive una lettera alla donna della sua vita e aspetta di incontrarla. 


"Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
- Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni -i giorni, gli istanti - che quell’uomo prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo
- Tu sei matto.
E per sempre lo amerà."


E tutte le volte che rileggo questa parte si muove una piccola esplosione dentro di me (Olive Kitteridge remind!).

Buona lettura lettori,
Giulia

Alessandro Baricco,
Oceano Mare,
Milano,
Feltrinelli,
2007

4 commenti:

  1. :')

    Giuli dormi però un po' eh....

    ...ti farò pubblicità su facebook...magari penseranno che la Giu sono io!!! hahah
    quindi: ti consiglio di aggiornare il profilo!!!! ad esempio, puoi mettere una tua foto!!!

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  2. questa recensione da te era un po' scontata....... dato che è uno dei tuoi favourites

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  3. Gioco tutti i miei assi subito!! E grazie Giuli, davvero.

    p.s. cmq l'orologio va per conto suo, io non potrei mai essere sveglia all'una di notte!

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  4. ah ecco.....hai letto la mail?

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