giovedì 26 gennaio 2012

Di mamma ce n'è una sola

... e oserei dire per fortuna!
E' difficile essere mamma come è difficile essere figlia.
La serie "Una mamma per amica" ha ingannato migliaia di adolescenti, me compresa. L'idea che con la propria madre si possa dire tutto, mangiando cibo spazzatura sul divano e guardando film strappa-lacrime è falsa. Ragazze, non è così. Per prima cosa se si mangia tutte le sere, cordon-bleu, cotolette, patatine si rischia di non passare per le porte prima dei vent'anni. Poi a vostra madre non piace sapere quanti ragazzi avete baciato, con quanti avete fatto l'amore e come è stato. Per quello c'è la migliore amica, se l'avete (altrimenti rimane il diario segreto, quello che dovete nascondere in qualche angolo segreto della scrivania!).

La mia mamma c'è sempre stata. In modo silenzioso, accanto a me. Ha sempre capito tutto della mia vita, anche senza confessioni commoventi. Mi ha consigliato, mi ha guidato verso strade che io stessa non avrei mai preso. Mi ha difeso come una leonessa quando tutti mi prendevano in giro, mi ha sgridato quando dicevo solo bugie, mi ha consolato quando sembrava che l'amore della mia vita non mi volesse più, mi ha preparato succulenti piatti quando avevo deciso di non mangiare più, mi ha cucinato verdure al vapore quando ero diventata tutta ciccia e brufoli.

Piena di buone intenzioni e piena di difetti. Quando non parla per settimane perché è arrabbiata, quando vorrebbe che fossi sempre perfetta e ordinata (che poi, io, nel mio disordine e nella mia sbadataggine io ci sto bene!), quando parla al telefono e ascolta qualsiasi altra cosa al di là della conversazione. Quando fa fatica a dire quello che pensa e quello che prova.

Ma è la mia mamma, unica come nessuna, uguale a mille altre.
Non sempre, però.

Il libro di oggi tratta di maternità, di relazioni famigliari. Di una famiglia: Padre, Madre e Figlia. Una famiglia all'apparenza normale come normali sembrano i rapporti tra la madre e la figlia. Non lo sono. Anzi, tutto si costruisce su un delirio di perversione, di sottomissioni, di rivincite che sanno di vendette. La Madre vuole essere bella e desiderata, osannata dentro e fuori dalla sua casa. La Figlia che vive di dolore, che cresce nella disperazione maturando un rancore profondo che esplode in tutta la sua violenza. Dentro una casa che è uno zoo, dove non si capisce bene chi sia il custode.

E' un incubo, che prosegue anche dopo averlo letto. Forte, deciso, stilisticamente perfetto. E' una lama di coltello che piace o non piace, che si ama o si odia.

Buona lettura lettori,
Giulia

Isabella Santacroce,
Zoo,
Roma,
Fazi,
2006.

Nessun commento:

Posta un commento