sabato 24 novembre 2012

Ci si sta, stringendosi un po'

L'ho scelto perché era il meglio che potesse capitarmi.
L'ho scelto perché mi fa ridere. Ridere anche con la pancia.
L'ho scelto perché mi bacia, ogni mattina, prima di andare al lavoro.
L'ho scelto perché quando arriva a casa, alla sera, è stanchissimo. Ma mi rende partecipe del laser, dell'escavatore e della vasca del limo.
L'ho scelto perché mi scrive tre messaggi al mese. Ma mi chiama dieci volte al giorno.
L'ho scelto perché, per lui, sono indispensabile. Per trovare il sale, la camicia, la maglietta.
L'ho scelto perché mi dice ti amo.

L'ho scelto di nuovo, quando sei arrivata tu. Perché Tu mi hai spiazzata. E Lui, mi ha dato coraggio.
Mi ha stretto la mano, mi ha sgridata, mi ha consolato. Mi ha accompagnato, sempre.

L'ho scelto perché siete già Voi. Anche con la mia pancia in mezzo. Perché quando ti parla, tu ti muovi come un tornado. Perché quando ti canta le canzoni, tu ti muovi al ritmo della musica. Perché quando appoggia la sua mano, tu lo riconosci.
L'ho scelto perché era il meglio per noi. Perché, Anna, sarà il tuo papà.
Con la sua tenerezza e la sua voglia di fare. Con i baci e le carezze. Con il nervoso e le urla.



Ho incontrato in un libro, una volta, un papà. L'ho rivisto poco dopo in un film.
E non credevo fosse possibile essere genitori in quel modo. Ma c'era la sofferenza di mezzo. La necessità di essere padre, in una condizione disperata. Con violenza.
Bisogna avere sangue freddo, leggendo questo libro. Perché può fare male.


Nicolò Ammaniti,
Come dio comanda,
Mondadori,
2006.






Buona lettura, lettori.

1 commento:

  1. È bello vivere con te, attraverso le tue parole.
    Fai venire voglia di lottare con tutta la forza del mondo per vedere realizzati i propri sogni...

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