Segmenti e misure. Cervello, ventricoli, aorta e cuore. Mani, piedi, dita.
Poi quel viso. E quella mano che lo nascondeva.
Tutto nel percentile. Tutto nella normalità. Tutto.
È tutto normale a parte il fatto che c'è. Che si muove nella mia pancia. Che è la mia bambina, mia figlia.
Non è come dirlo, sentirlo. Sentire che fra quattro mesi sarò una mamma. Sarò la mamma di Anna. Io, figlia ribelle, mamma di Lei.
Averla nella pelle, nelle cellule, nel seno, nella schiena. Averla nel mio corpo trasformato. Averla negli occhi di Lorenzo che mi guardano, diversa. Averla nelle sue mani sulla mia pancia. Alla ricerca di quel calcio. Averla nell'ansia di quel pomeriggio, davanti alla porta della ginecologa. Sedermi lì davanti con il cuore a mille, finché ho visto il suo braccio muoversi.
È bella più di una stella la mia bambina, guardo e riguardo quel viso. Lo studio, colta da un'attacco di mammitudine. Non so cosa significa essere mamma, io sono ancora solo una pancia in movimento.
Ma sento, davanti a quello schermo, un buco nello stomaco, quel riempirsi, quel movimento del cuore che credo sia amore.
Home, Susan Lordi
Willow Tree
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